In occasione della Milano Design Week, Salviati ha realizzato Decode/Recode, un progetto che si spinge oltre i limiti della consueta lavorazione del vetro, sfruttando a fondo un savoir-fare e un approccio unici.
L’installazione rappresenta la decodificazione delle idee del progettista che vengono ricodificate in un prodotto di vetro; la decifrazione di tecniche secolari che vengono riproposte con un’estetica contemporanea; la scomposizione degli oggetti in moduli che possono essere ricomposti e assemblati con diverse configurazioni.
Per la prima edizione di Decode/Recode, Salviati ha scelto di collaborare con Luca Nichetto – muranese di origine e designer di fama internazionale, che per Salviati ha realizzato, a soli 23 anni, il primo prodotto della sua carriera – e Ben Gorham, creativo e fondatore di Byredo, il prestigioso e rivoluzionario marchio di profumi e accessori.
Strati impilabili
L’installazione luminosa si compone di due parti differenti: Pyrae e Strata.
Pyrae, parola latina che illustra il concetto dell’impilabilità, vuole rappresentare un’indagine sui moduli sovrapponibili. Si compone di 53 oggetti luminosi, riconducibili alla figura del corpo umano e ottenuti dall’assemblaggio di 102 moduli dalle forme, colori e lavorazioni differenti. È così possibile creare oltre 10.000 composizioni originali, ognuna diversa dall’altra.
Strata, latino per “stratificazione”, esplora il tema della modularità declinata con sovrapposizioni e interazioni tra i vari elementi di colori e forme diverse. L’estetica dei vetri richiama le pagine di un libro. Ogni modulo, accostato ad altri, si presta a creare strutture personalizzabili per dimensione, direzione, colore.