Le tendenze dell’interior design degli Anni Settanta sono un equilibrio sorprendente di comfort e vitalità, a cui fa eco un desiderio irrefrenabile di sentirsi liberi. In questo periodo vedono la nascita comodi arredi boho chic di ispirazione hippy e componenti audaci destinati a fare la storia, come la poltrona Proust di Alessandro Mendini.
È anche un decennio di contrasti, che portano da un lato all’impiego di materiali naturali intessuti di colori neutri, e dall’altro all’utilizzo di geometrie rigorose tratteggiate da inediti cromatismi.
A trarre ispirazione da questo turbinio di elementi emergenti è la moda, grande espressione dell’anticonformismo dei giovani del tempo. La cantante canadese Joni Mitchell è senza dubbio una delle icone di stile per eccellenza degli anni Settanta, con le sue ampie camicie colorate, i caftani fluttuanti, i capelli sciolti, i piedi nudi e una chitarra in mano.
Tributo fashion
Negli Anni ’70 la carta da parati vive un vero e proprio momento d’oro. A fare capolino dalle creazioni dell’epoca sono due soggetti destinate a caratterizzare fortemente l’intero decennio: i fiori e i disegni geometrici. Per dar forma alle loro idee creative i designer del tempo prendono spunto proprio dall’industria della moda.
Una delle maggiori fonti di ispirazione è l’abbigliamento degli hippy, contraddistinto da stampe di grandi dimensioni e da tessuti a motivi lineari, solitamente realizzati in colori vivaci.
Le pareti delle case iniziano così ad essere personalizzate con motivi decorativi altrettanto appariscenti, che si rivelano particolarmente attraenti per i giovani. Questa tendenza vuole rappresentare un taglio netto nei confronti del decennio precedente, costellato da minuscole stampe floreali e da motivi grafici stilisticamente perfetti.
Con gli Anni Settanta si volta pagina e si passa dall’intimità dell’ambiente familiare a un’atmosfera elettrizzante, più che mai proiettata verso la globalità del mondo.
Dove tutto ha origine
La grafica del periodo sembra voler portare alla massima espressione quello che era stato racchiuso nelle tendenze artistiche dei primi decenni del Novecento, con la Bauhaus e i trattati teorici di Vasilij Kandinsky. Non dimentichiamo che nel 1925 l’artista russo pubblica il suo libro “Punto, linea e superficie”, dove si mira a identificare la natura di ciò che caratterizza la forma. In questo modo, Kandinsky arriva a delineare una sorta di scienza dell’arte, basata su elementi matematici. La geometria, appunto, da cui si sviluppa l’arte futura.
Le carte da parati degli anni ’70 si riconoscono a un chilometro di distanza. Realizzate con colori vivaci e trame audaci, sono un susseguirsi di quadrati, cerchi, linee ondulate e ogni sorta di altre forme. Sono realizzate in una varietà di tonalità e spesso sfoggiano due o tre colori mescolati insieme in un design accattivante.
Non di rado questi motivi alla moda vengono scelti per caratterizzare un ambiente della casa destinato al relax e ad accogliere gli amici, come il soggiorno, l’angolo del bar o la taverna. Ma gli amanti dello stile lo ripropongono anche sulle pareti di altre stanze, addirittura in bagno.
Anche le tappezzerie floreali di qualità continuano ad essere un soggetto molto apprezzato per decorare casa, ma i creativi delle carte da parati del momento ne danno una chiave di lettura nuova. I fiori non sono modellati sulle immagini reali di ciò che la natura offre. Essi vengono scomposti nei loro elementi e riproposti in una forma stilizzata, prendendo forse spunto dal movimento Flower Power degli anni ’60.
Supporti inediti
Insieme alle stampe audaci, la carta da parati degli anni ’70 porta una ventata di novità anche per quanto riguarda la scelta dei materiali.
L’impiego di fogli di alluminio, ad esempio, consente di donare al rivestimento murale un effetto lucido e carico di riflessi. Non di rado le stampe del periodo includono oro, argento, rame, bronzo e altri colori metallici. Nascono così dei supporti intrisi di luce che vogliono stupire, rappresentando una classica espressione dello sfarzo che ha caratterizzato l’intero decennio.
Le carte effetto metal vengono spesso utilizzate nei locali che più di altri beneficiano di questo bagliore, come il bagno e la cucina. È uno stile che riecheggia in un certo modo i globi scintillanti tanto apprezzati dai frequentatori di discoteche negli anni ’70.
Anche il vinile fa il suo ingresso nei rivestimenti del periodo. Esteticamente ripropone le stesse stampe e le forme audaci dei tradizionali supporti murali in carta, ma ha un vantaggio non certo trascurabile: è molto più facile da curare. Infatti, basta passare una spugna umida e sapone sulla carta da parati per eliminare la maggior parte delle impurità. Questo aspetto ne favorisce la diffusione non solo nelle cucine domestiche, ma anche nei ristoranti e nei luoghi pubblici, dove le macchie sono all’ordine del giorno.
E oggi proprio quegli stili stanno tornando alla ribalta imponendosi sulla scena del design internazionale. Un vero e proprio revival ispirato a quello che, in fondo, è uno stile senza tempo.
Le immagini dell’articolo sono tratte da: Carta da parati degli anni 70.