Il carattere poliedrico di Moroso ha portato alla creazione di una nuova collezione dove forme, texture, materiali, lavorazioni e colori mettono ordine e armonia nell’eterogeneità delle ispirazioni.
I protagonisti della collezione sottolineano quelli che sono i tratti distintivi dell’azienda come la storica vocazione per gli imbottiti, con il nuovo divano Chamfer e un’inedita versione di Gentry, entrambi di Patricia Urquiola.
Il nuovo divano Chamfer celebra i vent’anni di collaborazione dell’azienda con la designer.
“Abbiamo deciso di lavorare su una semplificazione di una serie di echi derivanti da progetti fatti in passato, legandoci ad esempio a Redondo e altri divani che per noi rappresentavano una sorta di ‘culla’, di nido” fa sapere Patricia Urquiola. “Abbiamo abbassato, abbiamo geometrizzato, abbiamo portato a linee più pure, più pulite ed è venuto fuori questo spigolo, questo broken edge come dicono gli inglesi, questo Chamfer, una parola che ricorre in architettura dove, quando uniamo due linee in curva, le uniamo in chamfer”.
Gentry Extra Light, invece, è la rivisitazione dello storico divano Gentry – uno dei best seller dell’azienda – reso più leggero nelle sue forme. Un’operazione di rilancio, ispirata da una tensione verso l’altezza. Una rilettura cortese e attenta, orientata alla leggerezza nel massimo rispetto dell’equilibrio e della proporzione: il nuovo modello rinnova l’idea di un divano elegante e compatto per un uso che si estende dalla casa agli spazi comuni.
In completo relax
Anche la coppia Doshi Levien presenta un divano che è la rivisitazione di un precedente progetto: Casa Modernista.
I cuscini perdono rigore, la seduta diventa più profonda ed accogliente, le linee rilassate.
Pensati per un uso più residenziale, i divani mantengono comunque le qualità distintive del progetto iniziale: il bottone centrale e la base che modera l’estetica della lavorazione industriale, attualizzata nella scelta dei colori e nell’uso dell’acciaio tagliato al laser, piegato e saldato in un’unica struttura.
Edward Van Vliet presenta invece Josh, un divano modulare composto da una struttura pulita e lineare che può essere rivestito con differenti tessuti come una sorta di mannequin di un atelier di haute couture. È possibile aggiungere dettagli particolari come cuciture, pattern che rimandano alle fantasie dei tradizionali futon giapponesi e grafiche in stile ikebana. Josh, infatti, è stato progettato con l’intento di adattarsi all’ambiente circostante, con fare camaleontico, grazie alla struttura minimale e la possibilità di giocare con i rivestimenti.