Come sarà lo spazio-lavoro di domani? Una commistione tra virtuale e fisico, tra condivisione e individualità, tra interno ed esterno, tra personale e sociale… Così lo immagina Workplace3.0, il Salone biennale dedicato agli ambienti lavorativi in programma a FieraMilano Rho dal 4 al 9 aprile 2017.
L’evento si pone l’obiettivo di esplorare inedite modalità, forme e soluzioni per gli ambienti di lavoro “del futuro”, in cui il fattore umano e le tecnologie intelligenti ricoprono un ruolo cruciale.
Su un’area espositiva di 10.000 metri quadrati suddivisa in due padiglioni (22-24) Workplace3.0 ospiterà quest’anno 92 aziende espositrici che presenteranno soluzioni in linea con le nuove modalità di lavoro e le nuove esigenze progettuali per “abitare” gli spazi professionali. Non si tratta però di una semplice rassegna. Workplace3.0 intende infatti rappresentare un punto di partenza per stimolanti idee di sviluppo in grado di rispondere al cambiamento e alle esigenze del mercato.
Idee al lavoro
Workplace3.0 è specchio e promotore della ridefinizione stessa dell’idea di ufficio, considerato non più come luogo di mera efficienza produttiva ma come habitat permeabile e dinamico, aperto alla condivisione professionale e alla contaminazione con altre attività. Gli spazi di lavoro diventeranno organici e capaci di reagire e mutare in tempo reale alle specifiche necessità.
Luoghi definiti, momento per momento, più dai bisogni di chi ci lavora che dalle funzioni classiche dei diversi ambienti di un ufficio.
In questa macro-cornice, che è l’espressione di stili di vita sempre più ibridi – dove i confini fra vita privata e lavorativa, fra interessi personali e competenze, fra socialità e rapporti professionali si confondono – emergono nuove istanze che fanno dell’ufficio uno dei luoghi per eccellenza della sperimentazione progettuale.
Gli spazi di lavoro vengono concepiti come luoghi aperti, destrutturati e senza postazioni fisse e le aziende propongono soluzioni intelligenti per il co-working. Spazi di lavoro condivisi caratterizzati da ambienti informali e da arredi riconfigurabili sulla base delle necessità del momento che diventano humus ideale per la circolazione delle idee e delle energie creative e luoghi di incubazione dell’innovazione.
L’ufficio nomade
Lo spazio lavorativo si mette in cammino e segue il professionista ovunque si sposti. Nascono moduli mobili e “portatili” che possono essere impiantati dove occorre: dal giardino di casa agli spazi pubblici urbani. Conseguenza della liquidità diffusa dei lifestyle contemporanei è la coincidenza sempre più frequente tra spazi abitativi e spazi lavorativi che vede la casa e i suoi elementi di arredo adattarsi al duplice uso di abitazione e ufficio. In questo senso le aziende propongono i codici estetici della domesticità e assicurano alti livelli di agio e salubrità non solo attraverso lo studio scrupoloso dell’illuminazione e l’adozione di soluzioni ergonomiche fisiche e cognitive, ma anche con aree dedicate al relax e alla meditazione, pod o giacigli destinati al riposo, insieme ad attrezzature sportive e ricreative.
A misura di business
Diventa sempre più importante un diverso concetto di customizzazione: non più personalizzazione di una stanza da parte di chi ci lavora, ma ora è lo spazio che viene costruito su misura rispetto alle relazioni umane e professionali, a certi valori ed esigenze, come la sostenibilità ambientale ed economica.
L’edizione 2017 di Workplace3.0 introdurrà nell’ambiente di lavoro una prospettiva fortemente orientata all’uomo e diventerà il palcoscenico di soluzioni progettuali pensate per incidere positivamente sul work-life balance e sulla motivazione che trasformano il luogo di lavoro in un “nice place to be”.