Fino al 2 aprile 2018 la Triennale di Milano ospita la mostra “999. Una collezione di domande sull’abitare contemporaneo”, ideata e curata da Stefano Mirti.
Il progetto espositivo si snoda lungo un intreccio di quesiti sui luoghi del nostro vivere e rappresenta una grande indagine a cavallo tra il mondo fisico e quello digitale.
Propone contenuti molteplici generati da community, aziende, attivisti, scuole, multinazionali, gruppi informali, centri di ricerca, progettisti, artisti.
Questo percorso attraversa i mondi materiali e quelli immateriali. Il terzo settore, la tradizione e l’innovazione, ponendo l’idea di “comunità” al centro dell’attenzione del visitatore.
Un vero e proprio racconto dove ognuno dei soggetti coinvolti presenta la propria declinazione dell’idea dell’abitare.
L’esposizione è stata sviluppata grazie a una rete di oltre cinquanta co-curatori provenienti da vari ambiti, con competenze e passioni diversificate.
Riflessioni sul presente
Il visitatore compie un reale viaggio nell’abitazione di un futuro che è diventato presente, spostandosi da un ambiente all’altro e interagendo in prima persona con tutta una serie di nuovi modi di abitare.
Innumerevoli sono gli spunti di conoscenza, intrattenimento e riflessione che vengono proposti. La narrazione si snoda attraverso le nuove declinazioni del “fatto in casa”, la manifattura digitale, la casa vista da un malato di Alzheimer, affrontando anche l’idea di abitare di chi la casa non ce l’ha e le nuove abitudini, come il co-housing che si sovrappone al co-working.
L’innovazione che sta trasformando le nostre esistenze non è solamente tecnologica, è un’innovazione di costume, di modelli sociali e di abitudini.
I single, le persone che vivono in un alloggio condiviso con sconosciuti, food delivery e piattaforme web: sono servizi e stili di vita inimmaginabili solo pochi anni fa. Senza dimenticarsi del lavoro che entra nelle nostre dimore e le funzioni tipiche di una casa che si trasferiscono nella città.