Su una superficie di 880 mq, lo stand Foscarini (progettato da Ferruccio Laviani) ha accolto moltissime novità. Fra queste, una particolare attenzione è stata dedicata alla lampada Filo (design Andrea Anastasio). La sua essenzialità è frutto della scelta di impiegare la decorazione per svolgere un aspetto fondante, incorporando elementi che tradizionalmente non la contemplano. Ecco dunque che il cavo elettrico dialoga con gli elementi di vetro e con il diffusore luminoso, in un gioco ritmato di scambi di ruolo. Se lungo il filo corre l’energia che permette alla lampada di svolgere la sua funzione illuminante, vi si rincorrono anche sfere e bulbi di vetro, trasformandolo nell’archetipo di una collana. Il corpo di porcellana a forma di cono proietta la luce sul filo e sulle sfere di vetro, collocandosi idealmente come il suo pendente.
Realizzata in lega di alluminio pressofusa, Arumi (design Lucidi Pevere) esalta le capacità di Foscarini nel saper trasformare un oggetto industriale in un manufatto artigianale. La lampada è frutto di un’attenta lucidatura a mano della superficie interna e del bordino esterno. A ciò si aggiunge un trattamento manuale di finitura irregolare di tutte le superfici esterne e dei tre rilievi disegnati per dare ritmo alla struttura. La parte luminosa è stata studiata per essere gentile con gli occhi di chi la guarda, efficiente nell’emissione e morbida nell’enfatizzare la preziosità della parte interna lucidata.
Fare luce
È questo il titolo dell’installazione ideata dall’architetto Giovanni Maria Filindeu per Foscarini Spazio Brera in occasione della Milano Design Week 2017 (fino al 29 aprile). Il progetto ha visto la realizzazione di sei diversi ambienti corrispondenti alle tante forme della luce, pensata non in funzione di una performance tecnica, ma ricercandone puramente la dimensione evocativa. “La luce e l’ombra sono i primi ed essenziali materiali che il mondo offre all’architettura per dare significato allo spazio e per la sua trasformazione in luogo”, sottolinea Filindeu. “L’immersione in questi ambienti è un viaggio che restituisce, nello spazio e attraverso lo spazio, emozioni, ricordi, esperienze, nate ed alimentate dalla manifestazione della luce. Il cammino è accompagnato e scandito da una musica pensata per strutturare l’esperienza: ogni ambiente diventa cassa armonica, ciascuno con il proprio materiale, la propria proporzione, il proprio suono. La musica diventa, così, la voce della luce”.